Intendiamoci: non è finito ne lamore, tantomeno le convivenze, solo che in Italia ci si sposa sempre meno. Una reticenza quella al sì ufficiale che, come illustra un rapporto Istat, va aumentando di anno in anno: basti pensare che solo nel periodo compreso tra il 2009 ed ilo 2013, si è registrato un calo di circa 10mila matrimoni lanno. Già nel 2014 sono stati 189.765 i matrimoni, 4.300 in meno dellanno prima. Di contro però, dal 2008 le unioni di fatto ad oggi superano il milione. E per quanti si sposano, le aspettative di vita in questo senso non sono fedeli al celebre giuramento finché morte non ci separi: mediatamente ci si separa dopo 16 anni, ma la durata va aggiornandosi di anno in anno, ed in negativo. LIstat specifica inoltre che letà tipo degli sposi in definiva rottura è di 47 anni per i mariti, e di 44 per le mogli. Si divorzia poi quando lui ha mediamente 47 anni e lei 45. Il 76,2% delle separazioni e il 65,4% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli. Nell89,4% delle separazioni di coppie con figli i genitori hanno scelto laffido condiviso. I matrimoni civili superano quelli religiosi. Il 43% dei matrimoni è celebrato con rito civile; al Nord (55%) e al Centro (51%). In calo anche i matrimoni in cui uno degli sposi è straniero, rappresentano quasi il 13%. Che dire? Forse anche qui complice la crisi economica, lamore rischia di divenire vittima inconsapevole di una società ormai allo sbando.
T.